Napoli
è una città stratificata: il suo presente vive stretto e nutrito in grembo ad
un passato fatto di grecità, romanità, incontri interculturali, sovrani
scaramantici, principi misteriosi e santi protettori. Come la sirena Partenope
si culla sul mare, illuminata dal Sole, protetta dal Vesuvio, sempre sospesa
tra il cielo e l’abisso fatto di contraddizioni, misteri, curiose usanze e
personaggi oscuri.
È
la città che familiarizza con San Gennaro e Pulcinella in un’alleanza tra sacro
e profano. I napoletani sono quel popolo, assai particolare, che ha stretto un
patto eterno con il Malocchio e la superstizione.
Scrive
Matilde Serao: “Tutte le superstizioni sparse nel mondo sono raccolte in Napoli
e ingrandite, moltiplicate poiché la sua credulità è frutto dell'ignoranza,
della miseria e delle sventure che a Napoli si sono alternate dai diversi
attacchi del colera all'eruzione del Vesuvio nel 1872”.
Cosa
si intende per Malocchio e superstizione?
La
credenza nel Malocchio è fortemente radicata nei paesi mediterranei e del
vicino oriente. Con il suo termine si indica un intenso flusso di energia negativa
che è inviato a un’altra persona o cosa al fine di danneggiarla. Quest’arte
nell’antica Roma era chiamata fascinus.
L’ammaliatore si avvaleva del proprio sguardo per inviare le energie negative e
completare le opere a danno della vittima; uno sguardo intenso e ossessivo,
accompagnato da lusinghe, è spesso il suo segno caratteristico.
La
superstizione, invece, discende da superstare,
stare al di sopra, e indica l’essere testimoni di qualche evento del passato
che è riconosciuto come avvenuto davvero. Cicerone dà una connotazione diversa
al termine e afferma che sono superstiziosi coloro che pregano tutti i giorni
affinché i figli gli sopravvivano.
Il
superstizioso è chi cerca di porsi sul piano della divinità al fine di mutare
gli eventi, giostrare la fortuna. I Greci vivevano in stretto contatto con la
superstizione e la loro esistenza era costantemente alla mercè degli dèi, delle
loro passioni, dei loro umori. Chi mediava tra gli dèi e gli uomini era
l’oracolo che, in preda a spasmi estatici e mistici, affermava solennemente il
suo responso.
Per
garantirsi il favore degli dèi, i Greci furono disposti a qualsiasi compromesso:
come dimenticare Agamennone che decise di sacrificare ad Artemide la figlia
Ifigenia per far sì che i venti fossero favorevoli al suo viaggio?
Il
Malocchio, a Napoli, con il nome di Jettatura
divenne una vera e propria ideologia verso la fine del XVIII secolo e la
coloritura locale che gli fu attribuita la rese unica. In questo secolo ci
furono numerosi episodi i cui protagonisti erano gli “jettatori”, in
particolare facciamo riferimento ad Andrea De Iorio un famoso archeologo che fu
in visita alla corte di Ferdinando IV. Il Re, preoccupato della sua fama
oscura, il giorno successivo alla visita morì.
